Mountain of Data Art: quando i dati diventano arte al servizio della scuola

Data Art

Il 25 novembre 2024, presso l’aula magna del Liceo Artistico Mazara di Sulmona (AQ), nell’ambito del progetto “Mountain of Data“, coordinati dall’Istituto Superiore di Istruzione Ovidio di Sulmona (AQ), si è tenuto “Mountain of Data Art”, un laboratorio formativo curato da Onde Alte. L’incontro ha visto la partecipazione di docenti e dirigenti scolastici interessati a scoprire come la visualizzazione dei dati e la Data Art possano rivoluzionare la didattica, rendendola più coinvolgente, interdisciplinare e accessibile.

L’importanza dei dati nella didattica moderna

La giornata formativa si è aperta con una riflessione approfondita sul ruolo cruciale che i dati rivestono nella didattica contemporanea. I dati non sono semplici numeri o statistiche: rappresentano il racconto strutturato di fenomeni, processi e realtà complesse che, se adeguatamente analizzati e comunicati, possono diventare strumenti potenti per l’apprendimento. I partecipanti hanno esplorato il concetto di dato come elemento dinamico e interdisciplinare. È stata posta particolare enfasi su come i dati possano essere raccolti da diverse fonti – dalla scienza, alla storia, fino alle esperienze quotidiane – e trasformati in risorse didattiche che stimolano curiosità e coinvolgimento.

Partendo dai principi fondamentali dell’Information Design, i docenti hanno imparato a lavorare sui dati per renderli più accessibili e comprensibili, evitando sovraccarichi cognitivi per chi li riceve. Attraverso esempi pratici e casi studio, è stato mostrato come rappresentare graficamente dati complessi in modo che raccontino una storia chiara e coinvolgente.

Questo approccio non solo semplifica la comprensione di argomenti difficili, ma aiuta gli studenti a sviluppare competenze chiave come il pensiero critico, la capacità di analizzare problemi e il confronto tra fenomeni.

La capacità di trasformare numeri in storie visive è stata illustrata come un ponte tra materie apparentemente distanti, come la matematica e l’arte, mostrando come queste competenze possano essere utilizzate per creare collegamenti interdisciplinari significativi. In un contesto scolastico, l’uso efficace dei dati può, ad esempio, aiutare gli studenti a comprendere l’impatto del cambiamento climatico attraverso mappe, grafici e visualizzazioni che combinano informazioni scientifiche e narrative visive.

L’attenzione non si è fermata solo sull’analisi: i partecipanti sono stati invitati a riflettere anche sul significato dei dati in un’ottica sociale ed educativa, ponendosi domande fondamentali come: “Che messaggio vogliamo comunicare con questi dati?”, “A chi ci rivolgiamo?” e “Come possiamo stimolare la curiosità e l’empatia attraverso le visualizzazioni?”. Questa consapevolezza ha permesso di comprendere come i dati possano essere utilizzati non solo per trasmettere informazioni, ma anche per creare connessioni umane più profonde, promuovendo un apprendimento trasformativo e inclusivo.

L’idea centrale emersa è che i dati, se trattati in modo creativo e strategico, non sono solo strumenti tecnici, ma veri e propri narratori che arricchiscono la didattica, rendendola più stimolante e vicina al mondo degli studenti.

Esempi ispirazionali di Data Art

Durante il laboratorio, sono stati presentati esempi emblematici di Data Art e visualizzazione dei dati, tra cui:

Planet Earth

Planet earth

Federica Fragapane, rinomata information designer, ha realizzato per National Geographic Kids un lavoro che utilizza il design delle informazioni per rappresentare in modo visivamente accattivante dati complessi legati al nostro pianeta, rendendoli accessibili e comprensibili anche ai più giovani. Attraverso grafici, mappe e visualizzazioni creative, il progetto trasforma dati scientifici in storie visive coinvolgenti, stimolando la curiosità e il senso di meraviglia per la Terra e le sue dinamiche.

Dear Data

Dear Data

Un progetto creato da Giorgia Lupi e Stefanie Posavec, due information designer. Il progetto esplora la dimensione personale dei dati attraverso uno scambio settimanale di cartoline illustrate a mano, ognuna rappresentante un aspetto della vita quotidiana delle autrici, come emozioni, abitudini o interazioni sociali. Utilizzando un linguaggio visivo unico, Dear Data trasforma informazioni ordinarie in opere d’arte, dimostrando il potere narrativo dei dati e il loro potenziale per creare connessioni emotive.

Iran Protest

Iran Protest

Realizzato sempre da Federica Fragapane, un progetto che utilizza la visualizzazione dati per documentare l’impatto delle proteste in Iran a seguito dell’uccisione di Mahsa Amini. Attraverso rappresentazioni grafiche chiare ed emotive, il progetto fornisce aggiornamenti periodici sul numero di vittime, offrendo una lettura visiva e accessibile di una realtà complessa e drammatica. Iran Protest dimostra come i dati possano essere utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica e mantenere viva l’attenzione su questioni di giustizia e diritti umani.

Self Portrait

Self-portrait

Un progetto di Thabata Romanowski, specialista in data visualization, che utilizza i dati personali per creare un autoritratto visivo unico. Attraverso grafici e rappresentazioni creative, il progetto esplora aspetti della sua vita quotidiana, come abitudini, emozioni e interazioni, trasformandoli in un’opera d’arte che combina analisi e introspezione. Self-Portrait mostra il potenziale dei dati per raccontare storie personali, intrecciando scienza e creatività in un linguaggio visivo emozionale.

In the end, all data visualization ends up with a conversation – Giorgia Lupi

Bruises Bruises Mobile

Bruises – The Data We Don’t See

Particolare spazio è stato dato al progetto “Bruises: The Data We Don’t See”, un progetto collaborativo tra l’information designer Giorgia Lupi e la musicista e compositrice Kaki King. L’iniziativa è nata dall’esperienza personale di King, la cui figlia di tre anni è stata diagnosticata con la Trombocitopenia Immune Primaria (ITP), una malattia autoimmune che provoca una drastica riduzione delle piastrine nel sangue, causando lividi spontanei e altre complicazioni.

Con l’obiettivo di andare oltre i dati clinici tradizionali, che spesso non riescono a catturare l’impatto emotivo e umano della malattia, Lupi e King hanno sviluppato una rappresentazione artistica che combina visualizzazioni di dati e musica. Hanno raccolto dati quotidiani sulle condizioni di salute della bambina, sulle emozioni della famiglia e sulle dinamiche quotidiane, trasformandoli in visualizzazioni grafiche dettagliate e in composizioni musicali. Questo approccio ha permesso di comunicare in modo più completo e sensibile l’esperienza vissuta, evidenziando aspetti spesso trascurati nelle sole cartelle cliniche.

Il progetto è stato presentato in diverse sedi, tra cui il Museum of the City of New York, dove la Lupi ha presentato e discusso del concetto di “data humanism” e del suo approccio alla visualizzazione dei dati. Inoltre, una performance intitolata “Bruises: The Data We Don’t See” è stata condivisa su piattaforme come YouTube, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva che unisce arte visiva e sonora.

Attraverso “Bruises”, Lupi e King dimostrano come i dati possano essere utilizzati non solo per analisi quantitative, ma anche per raccontare storie personali e profonde, creando una connessione empatica tra l’informazione e il pubblico.

Tutti questi esempi hanno dimostrato come il design delle informazioni possa essere utilizzato non solo per semplificare fenomeni complessi, ma anche per evocare emozioni e creare connessioni più profonde con gli studenti.

Esperienze pratiche e strumenti innovativi

Il cuore del laboratorio è stato l’approccio pratico: i partecipanti hanno avuto l’opportunità di “sporcarsi le mani” lavorando con strumenti e metodologie all’avanguardia. Tra le attività principali:

1. Preparazione e organizzazione dei dati

I partecipanti hanno esplorato dataset reali, come quelli relativi ai comuni montani, imparando a creare e organizzare informazioni utilizzando fogli di calcolo come Google Sheets o Excel.

2. Progettazione di visualizzazioni

Utilizzando strumenti come RawGraphs e DataViz Project, i docenti hanno progettato rappresentazioni visive che raccontano storie significative, confrontando fenomeni e rendendo più accessibili i dati.

3. Creazione di schede didattiche

È stata lanciata una sfida: ideare una scheda didattica che integri i dati come strumento di apprendimento. I progetti, da consegnare entro il 20 dicembre 2024, prevedono la descrizione di attività che uniscano diversi ambiti disciplinari, come matematica, scienze, arte e educazione civica.

Un percorso verso la creatività e l’innovazione educativa

Grazie al supporto dei nostri formatori, il laboratorio ha ispirato i partecipanti a utilizzare i dati non solo per spiegare concetti complessi, ma anche per stimolare l’immaginazione e la curiosità degli studenti. Alcuni casi concreti hanno evidenziato come le visualizzazioni possano essere utilizzate per affrontare temi di attualità, come il cambiamento climatico o le disuguaglianze sociali, rendendo queste tematiche più vicine e comprensibili.

Con “Mountain of Data Art”, Onde Alte si pone l’obiettivo di trasformare i dati in una risorsa educativa potente, promuovendo la collaborazione interdisciplinare e un approccio alla didattica che sia al tempo stesso creativo e rigoroso. L’iniziativa rappresenta un ulteriore passo verso un’educazione che valorizza il pensiero critico, l’innovazione e il coinvolgimento attivo di studenti e insegnanti.

Il lavoro artistico e le immagini dei casi citati sono di proprietà dei rispettivi autori.
Fonti delle immagini utilizzate in questa pagina:

– Planet earth: Behance di Federica Fragapane
– Dear Data: sito web di Giorgia Lupi – giorgialupi.com
– Iran Protest: Canale Instagram di Federica Fragapane
– Self Portrait: articolo di Thabata Romanowski su nightingale.com
– Bruises: sito web di Giorgia Lupi – giorgialupi.com