Bruises – The Data We Don’t See
Particolare spazio è stato dato al progetto “Bruises: The Data We Don’t See”, un progetto collaborativo tra l’information designer Giorgia Lupi e la musicista e compositrice Kaki King. L’iniziativa è nata dall’esperienza personale di King, la cui figlia di tre anni è stata diagnosticata con la Trombocitopenia Immune Primaria (ITP), una malattia autoimmune che provoca una drastica riduzione delle piastrine nel sangue, causando lividi spontanei e altre complicazioni.
Con l’obiettivo di andare oltre i dati clinici tradizionali, che spesso non riescono a catturare l’impatto emotivo e umano della malattia, Lupi e King hanno sviluppato una rappresentazione artistica che combina visualizzazioni di dati e musica. Hanno raccolto dati quotidiani sulle condizioni di salute della bambina, sulle emozioni della famiglia e sulle dinamiche quotidiane, trasformandoli in visualizzazioni grafiche dettagliate e in composizioni musicali. Questo approccio ha permesso di comunicare in modo più completo e sensibile l’esperienza vissuta, evidenziando aspetti spesso trascurati nelle sole cartelle cliniche.
Il progetto è stato presentato in diverse sedi, tra cui il Museum of the City of New York, dove la Lupi ha presentato e discusso del concetto di “data humanism” e del suo approccio alla visualizzazione dei dati. Inoltre, una performance intitolata “Bruises: The Data We Don’t See” è stata condivisa su piattaforme come YouTube, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva che unisce arte visiva e sonora.
Attraverso “Bruises”, Lupi e King dimostrano come i dati possano essere utilizzati non solo per analisi quantitative, ma anche per raccontare storie personali e profonde, creando una connessione empatica tra l’informazione e il pubblico.
Tutti questi esempi hanno dimostrato come il design delle informazioni possa essere utilizzato non solo per semplificare fenomeni complessi, ma anche per evocare emozioni e creare connessioni più profonde con gli studenti.