Il futuro ci guarda dritto negli occhi. Lo fa con lo sguardo vuoto ma curioso di un robot umanoide che apprende dalle nostre emozioni. Con le mani meccaniche che aiutano un’anziana a sollevarsi dal letto. Con sensori che leggono il linguaggio della natura meglio di noi. Ma siamo pronti a convivere e collaborare con queste intelligenze artificiali?
È da qui che parte la nostra riflessione, nei laboratori che conduciamo con ragazze e ragazzi in tutta Italia: non dalla tecnologia, ma dalle domande. E la prima è forse la più semplice e insieme la più destabilizzante: che cos’è davvero un robot?
Non solo macchine che eseguono ordini, ma sistemi programmabili che percepiscono l’ambiente, prendono decisioni (più o meno autonome) e agiscono nel mondo reale. Robot che apprendono, interagiscono, si adattano.
E soprattutto: ci costringono a ripensare cosa significa essere umani.